Cosa si rischia con un provvedimento disciplinare?
Domanda di: Dott. Giulio Romano | Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2023 Valutazione: 4.1/5
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Quando il lavoratore reitera un comportamento lesivo – ovvero quando il comportamento ha già dato luogo, nel biennio precedente, ad un provvedimento disciplinare – può incorrere in una sanzione più grave, come ad esempio il licenziamento “in tronco” per giusta causa.
L'art. 2106 cc prevede in caso di violazione da parte del lavoratore dei doveri connessi alla prestazione lavorativa l'applicazione di sanzioni disciplinari. Le sanzioni sono di due tipologie: conservative (rimprovero verbale, ammonizione scritta, multa, sospensione) e non conservative (licenziamento).
L'articolo 7, dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970), stabilisce – comma 8 – che la sanzione disciplinare perde efficacia decorsi due anni dalla sua applicazione.
In caso di ricevimento da parte del datore di lavoro di contestazione disciplinare è necessario agire con la massima tempestività. In particolare è opportuno inoltrare richiesta per fornire le giustificazioni (contro deduzioni), meglio se accompagnati da un rappresentante sindacale (o legale).
Quali sono le conseguenze di una lettera di richiamo?
In un secondo significato “lettera di richiamo” può voler dire la lettera che conclude il procedimento disciplinare, con una sanzione (che può essere il richiamo scritto, la multa o la sospensione).