Domanda di: Penelope Guerra | Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2023 Valutazione: 4.8/5
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Questo approccio pone l'accento sulle differenze di quanto teorizzato dal conflittualista Karl Marx che, al contrario, definisce la cultura come l'elemento sovrastrutturale necessario a mantenere l'ordine sociale derivato dalla ripartizione e proprietà dei mezzi materiali di produzione.
Marx ritiene che l'unico modo di realizzare una comunità solidale sia l'eliminazione delle disuguaglianze reali tra gli uomini, e in particolare il principio stesso di ogni disuguaglianza, cioè la proprietà privata (come già diceva Rousseau) dei mezzi di produzione.
«Marx è un comunista autoritario e centralista. Egli vuole ciò che noi vogliamo: il trionfo completo dell'eguaglianza economica e sociale, però, nello stato e attraverso la potenza dello Stato, attraverso la dittatura di un governo molto forte e per così dire dispotico, cioè attraverso la negazione della libertà.»
Quali erano i fondamenti della teoria di Marx sul capitalismo?
Marx propose che i sistemi capitalistici fossero strutturati per avere delle crisi in serie, periodiche. Per lui le crisi sono endemiche nel capitalismo – e sono causate dal fatto che siamo in grado di produrre troppo – molto più di quanto abbiamo bisogno di consumare.
Il marxismo nasce, negli scritti di Marx e di Engels degli anni quaranta dell'Ottocento, sotto forma di una scienza della società che intende fornire un'interpretazione complessiva della nascente società borghese-capitalistica e della sua direzione di sviluppo.