La pianta velenosa per eccellenza è la cicuta, Conium maculatum, passata alla storia come quella con cui Socrate si diede la morte, tossica per la presenza di varie sostanze alcaloidi che inducono la morte per paralisi respiratoria.
Tra i fiori velenosi che si possono trovare in montagna il colchico è uno dei più diffusi. Si tratta di un piccolo fiore molto velenoso, che cresce all'inizio dell'autunno e colora i pascoli di un vivo color rosa-viola. Viene anche chiamato “falso zafferano”, per la sua notevole somiglianza con il fiore di zafferano.
Oleandro. Forse la più nota, se non l'unica davvero nota pianta tossica per l'uomo che si può trovare in Italia. Si trova un po' lungo tutte le coste per fini ornamentali, contiene diversi alcaloidi tossici tra cui l'oleandrina che possono attaccare il sistema nervoso centrale e portare anche alla morte.
oleandro: la sua linfa irrita pelle e occhi. Se ingerito o ciucciato può dare effetti sistemici (come problemi gastrointestinali, cardiaci, ipotermia) anche gravi. stella di natale: la linfa è irritante per la cute; foglie e semi se ingeriti, in rari e gravi casi, possono provocare il delirio.
La cicuta contiene ben cinque sostanze alcaloidi altamente tossiche, appartenenti alla classe delle neurotossine. Non a caso è l'erba spontanea più velenosa in natura. Quando ingerita provoca effetti gravi quali forte salivazione, tremore muscolare intenso, delirio, spasmi e addirittura morte per paralisi respiratoria.