Domanda di: Dr. Nicoletta Basile | Ultimo aggiornamento: 13 dicembre 2023 Valutazione: 4.4/5
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Nel caso di carenza, raccomandano una dose terapeutica “di attacco” di 400.000- 600.000 unità internazionali (UI) da somministrare nell'arco di 8 settimane, seguita da una dose di mantenimento tra le 1.000 e le 4.000 UI giornaliere (Tabella 2).
Pochi alimenti contengono naturalmente questa vitamina: tra questi, pesci grassi (salmone, sgombro, aringhe) e oli di pesce (incluso l'olio di fegato di merluzzo), formaggi grassi e carni rosse. Per questo è essenziale una corretta esposizione alla luce solare.
Sono anche riportati casi di intossicazione acuta e cronica, dovuti all'eccesso di vitamina D, con sintomi quali nausea, diarrea, perdita di peso, astenia. È preferibile assumere la dose fisiologica di 1000 UI al giorno o 2000 UI ogni 2 giorni per il mantenimento, mentre in caso di carenza servono 2000 UI al giorno.
Secondo la SIOMMMS il fabbisogno giornaliero di vitamina D varia da 1500UI/die per gli adulti sani a 2300UI/die per gli anziani. L'alimentazione-tipo italiana arriva a fornire 300 UI/die, per cui in caso di ridotta esposizione al sole occorre fornire supplementi per 1200-2000UI/die.
Discutere preventivamente con il proprio medico o farmacista l'opportunità di assumere integratori di vitamina D, in quali dosi e per quanto tempo. Nella prevenzione e nel trattamento dell'osteoporosi viene generalmente prescritta un'integrazione regolare di 400/800 IU di vitamina D3 e 600/1200 mg di calcio al giorno.