Mangiare insieme è un ottimo esercizio per migliorare la comunicazione e i rapporti in famiglia. Stare a tavola diventa così un appuntamento fisso per parlare e condividere la propria giornata, entra nella quotidianità come momento per tutta la famiglia.
Mangiare con gli altri costituisce un momento di convivialità, di condivisione: un momento intimo, un rituale in cui ha luogo uno scambio di sapori, di profumi e di interessi. Non importa circoscrivere l'atto al “sedersi a tavola” esso può avvenire secondo modalità diverse ma avendo lo stesso significato.
«Il nostro menù è in condivisione». Oggi sempre di più la frase con cui i camerieri accolgono gli ospiti al ristorante è questa, e la traduzione in parole povere significa: «Mettiamo i piatti al centro, e poi ti servi da solo».
È la conclusione a cui è giunto un gruppo di psicologi dell'università di Birmingham che hanno analizzato 42 diversi studi sulle abitudini sociali legate all'alimentazione per rispondere alla domanda "perché mangiamo di più quando siamo in compagnia?". Quando eravamo cacciatori.
MANGIARE da soli, a volte, può essere un'esperienza rilassante: si può masticare a bocca aperta, esagerare con le quantità di cibo o infischiarsene di qualsiasi regola del galateo. Farlo regolarmente, però, può contribuire a renderci tristi e infelici.