Dunque la città di Alba Longa (anche nella grafia Albalonga) è citato come un antico centro laziale, che fu a capo della confederazione dei popoli latini (populi albenses) e venne distrutta da Roma sotto il re Tullo Ostilio, dopo l'anno 673 a.c.
La distruzione di Alba Longa è posta da Livio e da Dionigi sotto il regno del terzo re di Roma, Tullo Ostilio, cioè verso la prima metà del sec. VII a.
Re d'Alba, secondo la leggenda delle origini di Roma. Tolse al fratello Numitore il trono e fece vestale la figlia di lui Rea Silvia. Fu poi ucciso da Romolo, che restituì il potere a Numitore.
La sua vittoria decretò la sottomissione di Albalonga, ma la città si rifiutò poi di aiutare Roma nel conflitto contro Fidenae. Pertanto, Tullo Ostilio uccise il re di Albalonga Mezio Fufezio, deportò i suoi abitanti sul Celio e rase al suolo la città, depredandola per sempre delle sue ricchezze.
Per la loro bellicosità, la loro tenacia e il loro profondo senso di indipendenza, i Sanniti furono sicuramente i più pericolosi nemici di Roma. Erano una federazione di quattro tribù accomunate dalla stessa lingua, l'osco, e da comuni santuari religiosi come quello sito a Bovianum: Pentri, Caudini, Hirpini e Caraceni.