Dalle nobili europee alle donne delle tribù africane, il buco all'orecchio è stato utilizzato come segno di riconoscimento e di eleganza soprattutto femminile. Tra gli anni Cinquanta e Settanta, il piercing all'orecchio diventa un simbolo di rinascita e di ribellione, tanto che è vietato in alcune scuole.
Abbiamo già qui il primo indizio di che valore potesse avere indossare un simile ornamento nell'antichità: regalità e potere. Anche il primo libro della Bibbia parla degli orecchini definendoli come talismani.
In un noto ritratto di William Shakespeare, lo scrittore ha un orecchino sull'orecchio sinistro e si ritiene che all'epoca questa usanza fosse legata a speciali credenze, come quella che voleva uniti in un legame inscindibile l'uomo e la donna che indossavano lo stesso orecchino.
Il foro che ne risulta non è un piercing pulito con le estremità del gioiello arrotondate, necessarie a una rapida e tranquilla guarigione; si viene a creare invece un foro con numerose micro lacerazioni e distorsioni del tessuto che creano posto ad insediamenti per sporcizia e batteri.
Si trova nella parte superiore dell'orecchio, nella cartilagine, ed è uno dei piercing più popolari. Si possono fare molti buchi nell'helix, ma di solito se ne possono portare da uno a tre. Per questo tipo di orecchini consigliamo che siano sottili e semplici.