Nella prima sequenza, che va dal verso 1 al 14, il poeta inserisce il tema del ricordo, Silvia viene descritta nella fase terminale della sua adolescenza; quindi, ci si rifà al ricordo della gioventù utilizzando anche degli aggettivi che descrivono l'esteriorità della giovane, come lieta, pensosa, ridente e fuggitiva.
Silvia, nella poesia, è una delicata fanciulla che diventa simbolo della giovinezza, della speranza e dei suoi sogni traditi dalla natura che, secondo l'autore, è matrigna, perché inganna i propri figli. Ella lascia che essi si costruiscano illusioni che in futuro produrranno solo delusioni.
Le negre chiome: Silvia aveva i capelli neri. Beltà splendea: Silvia era bella. Ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela: la tua mano veloce che andava tessendo la tela che ti impegnava e affaticava.
In questo componimento Leopardi rievoca una figura femminile del sua giovinezza, Silvia, morta prematuramente di tisi. Il poeta riflette quindi sull'inevitabile infelicità dell'uomo e sul crollo delle speranze. La giovane, con la sua precoce morte, diventa l'emblema della disillusione dell'età adulta.
Le metafore più importanti sono: “il fiore degli anni tuoi” (v. 43), cioè la giovinezza; e “cara compagna dell'età mia nova” (v. 54), per indicare la “speranza”, e quindi le aspettative del futuro. Leopardi in questa poesia non usa molte metafore, per cui capiamo che le poche rivestono una particolare importanza.